Daniele Comelli

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About This Project

Sono nato nel 1985, in una casa piena di opere d’arte. Mio nonno era un gallerista e così mio padre. I primi colori che ho visto, quelli dei grandi pittori: genovesi, italiani, internazionali.

Camminavo e parlavo a stento ma, dicono, che li sapessi riconoscere tutti. Stili, firme, tecniche: certe cose si imparano presto, se ci cresci insieme.

Dicono anche che non avessi bisogno del metro per determinare le dimensioni di una tela: mi bastava misurare con gli occhi, stringendoli un po’.

Ho sempre saputo che l’arte sarebbe stata la mia vita e che sarei diventato anch’io un gallerista, ma volevo farlo a modo mio.

Finiti gli studi, sono andato a lavorare nella Galleria di mio padre, fondata dal suo nel 1967. Trattava solo arte classica: maestri della levatura di De Pisis, Michetti, Scanavino, Silvestro Lega, Gamberini e tanti altri grandi artisti.

È da mio padre che ho imparato a trattare i dipinti, a pulirli, a restaurarli. Ed è stato quel tipo di contatto, così manuale, così fisico, così materico, a farmi amare l’arte in un modo diverso.

Presto ho capito che dovevo camminare da solo. Sì, di mia spontanea volontà ho lasciato la Galleria di famiglia e ne ho aperto una tutta mia. Online.

Ho ripreso a studiare, ad approfondire e ad allargare orizzonti. Non solo leggendo libri, ma anche navigando in rete.

Ho scoperto la contemporaneità: un mondo animato da un’energia sotterranea che proviene da artisti sconosciuti, geniali, dall’enorme potenziale.

Da 10 anni questo è il mio mondo. Più che la mia professione, la mia passione è ricercare il meglio a livello internazionale. E poi trasmettere l’emozione della scoperta a voi.

Persone che puntano sull’artista affermato o che fiutano l’opportunità di un investimento proficuo a più lungo termine.

Ciò che ho imparato è che l’arte non è mai una scommessa, ma un rifugio: emozionale, culturale, economico. E non tradisce mai.